CRISTO E' RISORTO!
E' VERAMENTE RISORTO!



La Resurrezione e la rinascita morale dell’umanità

Che il Signore sia realmente risorto ed in quanto eternamente vivo operi incessantemente è dimostrato da sant’Atanasio il Grande anche per mezzo del suo incessante influsso sulla rinascita morale dell’umanità. Infatti solo una persona vivente, non una morta, può operare ed influire sugli uomini. Poiché il salvatore influisce così sugli uomini e quotidianamente dappertutto ed invisibilmente convince moltissimi ad accostarsi alla fede in lui ed obbedire al suo insegnamento, può qualcuno dubitare che la Resurrezione del Cristo sia un fatto reale e che il Cristo viva, o meglio, che egli solo sia la vita? Forse che è proprio di un morto portare le anime dei vivi a tal punto di commozione che essi si allontanano dalle leggi dei loro padri e si chinano davanti alla dottrina del Cristo? Oppure, se il Cristo non opera sugli uomini, in qual modo allora egli influisce sull’adultero affinché egli non continui nel suo peccato, sull’assassino perché cessi di uccidere, sul bugiardo perché non inganni e perché l’ateo diventi credente? In verità la più convincente prova della Resurrezione del Cristo consiste nel fatto che il Signore morto e risorto ha dimostrato dopo la morte una tale potenza da convincere i viventi a disprezzare la patria, la propria casa, gli amici, i parenti e la morte stessa, per confessarlo e preferire ai vantaggi di questa vita la flagellazione, i pericoli e la morte. Tali opere sono proprie non di un morto né di uno che è rimasto nella tomba, ma di uno che è risorto ed è vivo.


La Resurrezione del Cristo e la consapevolezza della Chiesa

Se mai in alcun luogo, certamente nella vita della Chiesa l’uomo irresistibilmente ha la chiara sensazione e la consapevolezza che il Dio-Uomo Gesù Cristo con la sua Resurrezione ha in realtà ucciso il peccato, ha vinto la morte, ha calpestato il demonio, ha abbattuto la potenza della morte, ed ha distrutto l’Ade. Nello stesso tempo egli ha santificato, illuminato, resa immortale la natura umana, ha salvato il mondo, ha dato la vita eterna agli uomini, ha concesso loro il perdono dei peccati, ha riempito di gioia il mondo e ha dato agli uomini tutto ciò che Dio nell’indicibile amore per gli uomini può donare. Perciò per Pasqua celebriamo la morte della morte, la distruzione dell’Ade, l’inizio di una nuova vita. Con la sua Resurrezione il Cristo ci ha condotto dalla morte alla vita, e dalla terra al Cielo. Il nostro Salvatore, risorgendo dalla tomba, ha fatto risorgere con sé tutto il genere umano. Risorgendo il terzo giorno dalla tomba, ha fatto risorgere con sé tutto il mondo. Il Cristo è risorto come spetta a Dio, sollevando con sé i morti come un potente e ciò significa che sollevò con sé tutto il genere umano.

A causa dei doni particolari e mai prima visti che il Cristo fece alla natura umana per mezzo della sua Resurrezione, la Pasqua è un giorno di eccezionale importanza tra tutti gli altri e particolarmente la notte pasquale lo è tra tutte le notti. La Pasqua è il giorno creato dal Signore, rallegriamoci e siamo lieti in essa[15]. La notte pasquale è realmente santa e solenne, apportatrice di vita, notte illuminata di un giorno luminoso. La Pasqua è la festa delle feste e la solennità delle solennità. Perciò essa è la più grande festa nella Chiesa ortodossa ed ogni domenica è una piccola Pasqua che si ripete. Perciò celebriamo la domenica come il giorno del Signore.

PENSIERI SULLA PASQUA, L’ASCENSIONE E LA PENTECOSTE Arch. Justin Nenad Popovic



San Nicola di Ochrid
Il mio Signore è la Resurrezione

Il mio Signore è la Resurrezione. Risuscita i morti dal mattino alla sera e dalla sera all’aurora.

Ciò che il mattino seppellisce, il Signore lo fa risorgere di sera, e ciò che la sera mette nel sepolcro, il Signore lo risuscita al mattino.

Quale opera è più degna per il Dio vivente se non quella di risuscitare i morti e condurli alla vita?

Credano pure gli altri che Dio rancoroso verso gli uomini e che ci sia per loro la condanna.

Io, da parte mia, credo al Dio che risuscita i morti.

Altri credano pure ad un Dio che non si accosta ai viventi nemmeno quando essi lo chiamano.

Io mi prostrerò davanti al Dio che tende il suo orecchio sul cimitero per sentire se c’è qualcuno che spera nella risurrezione e in Colui che la opera.

I seppellitori sotterrano e restano in silenzio. Il Signore disseppellisce e grida.

La madre seppellisce la figlia, il Signore la riesuma; il Signore è una madre migliore della madre.

Il padre ricopre di terra il figlio, il Signore lo scopre. Il Signore è un padre migliore del padre.

Il fratello sotterra il fratello. Il Signore lo risuscita. Il Signore è un fratello migliore del fratello.

Il Signore non ha lacrime né sorrisi per i morti. Tutto il suo cuore è per coloro che vivono.

Il mondo piange i suoi nei cimiteri, il Signore li cerca con un canto e li risveglia.

Risuscita, Signore, il mio spirito affinché anche il mio corpo possa risorgere! Dimora nel mio spirito e il mio corpo sarà il Tuo tempio!

Preoccupati i miei prossimi chiedono: «Questo corpo, il nostro corpo, risorgerà?»

Se una volta per tutte avrete rinunciato a voi stessi e non vivrete più per voi stessi, allora il vostro corpo sarà come risorto.

Se il vostro corpo è il tempio del Dio Altissimo, allora Colui che risuscita è in voi e la vostra resurrezione è compiuta.

Il corpo cambia; molti corpi sono stati chiamati “nostri”. Tra di essi quale risorgerà?

Forse nessuno. Ma sicuramente quello – se lo avete posseduto – che esprime con chiarezza la Parola di Dio.

O Tu che risusciti, la morte non risuscita poiché essa non ha mai vissuto!

Tu sei la Resurrezione e sei colui che risuscita poiché sei la Vita.

Risuscita unicamente il seme in cui ti sei celato e solo il seme che ti appartiene.

Soltanto lo spirito che vive sempre per Te e non per il mondo sarà restituito alla vita.

Soltanto il corpo che ha iniziato a suo tempo a essere pieno di Spirito Santo sarà preservato da Te.

Solo colui che, nei sepolcri, appartiene al Dio vivente, risorgerà.

Nessuno può risuscitare i morti se non il Signore e nessuno tra i morti potrà risorgere se non il Signore.

Poiché Egli è nei Suoi santi. In verità, Egli è nei Suoi viventi e nel sepolcro e oltre il sepolcro.

(Tratto da Nicolas Velimirovitch, Prières sur le lac, 2004, Lousanne, L’Age d’Homme, trad italiana a cura di Chiara Ruth Rantini nel numero 8 di Luce Vita)

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Omelia di san Giovanni Crisostomo



Se qualcuno è pio e ama il Signore, goda di questa lieta e luminosa festa! Ogni servitore fedele entri giubilo nel gaudio del suo Signore. Chi ha faticato digiunando, riceva ora la sua ricompensa. Chi ha lavorato fin dalla prima ora, riceva oggi il suo giusto salario; chi è arrivato dopo la terza, sia lieto nel rendere grazie; chi è giunto dopo la sesta, non esiti affatto: non riceverà alcun danno; chi si è attardato fino alla nona, venga avanti, non tema; chi è arrivato solamente all'undecima, non si rattristi per il ritardo, il Padrone infatti è generoso: accoglie l'ultimo casi come il primo; concede il riposo a quello dell'undecima ora come all'operaio che ha lavorato sin dalla prima ora; ha pietà dell'ultimo e ricompensa il primo; a questi da e a quelli regala. Accetta le opere e loda l'intenzione; apprezza l'azione e loda il buon proposito.

Orsù dunque, entrate tutti nella gioia del nostro Signore: primi ed ultimi, ricevete la ricompensa; ricchi e poveri, danzate insieme; temperanti e spensierati, onorate questo giorno: abbiate o no digiunato, oggi rallegratevi di questo giorno! La mensa è ricolma, gustatene tutti a sazietà; il vitello è abbondante, nessuno si alzi affamato. Tutti prendete parte al banchetto della fede. Godete tutti della ricchezza della bontà. Nessuno si lamenti della miseria: si è manifestato infatti Il comune Regno.

Nessuno pianga per i suoi peccati: il perdono si è levato dal sepolcro. Nessuno tema la morte: ci ha infatti liberati la morte del Salvatore; l'ha distrutta mentre era stretta da essa. Ha punito l'inferno Colui che è disceso negli inferi; l'ha amareggiato perché aveva toccato la sua carne. Isaia l'aveva previsto quando gridava: «l'Inferno fu amareggiato quando s'incontrò con te negli abissi». Fu amareggiato perché fu distrutto, fu amareggiato perché fu Ingannato, fu amareggiato perché fu incatenato. Ha preso un corpo e si è trovato innanzi un Dio, ha preso della terra e ha incontrato il cielo, ha preso il visibile e si è imbattuto nell'invisibile.

Dov'è o morte il tuo pungolo? Dov'è inferno la tua vittoria? Cristo è risorto e tu sei precipitato. Cristo è risorto e i demoni sono caduti. Cristo è risorto e gli Angeli si rallegrano. Cristo è risorto ed è sorta la città della vita. Cristo è risorto e nessun morto resta nel sepolcro. Cristo infatti, resuscitando dai morti, è diventato primizia di coloro che dormono nei sepolcri.

A lui sia gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amìn.


APOLITIKION

Χριστὸς ἀνέστη ἐκ νεκρῶν, θανάτω θάνατον πατήσας, καὶ τοὶς ἐν τοῖς μνήμασι, ζωὴν χαρισάμενος.

Christòs anèsti ek nekròn, * thanàto thànaton patìsas, * ke tis en tis mnìmasi * zoìn charisàmenos.

Cristo è risorto dai morti, con la morte ha distrutto la morte, dando in grazia la vita a coloro che giacevano nei sepolcri.
KONDAKION

Εἰ καὶ ἐν τάφῳ κατῆλθες ἀθάνατε, ἀλλὰ τοῦ Ἄδου καθεῖλες τὴν δύναμιν, καὶ ἀνέστης ὡς νικητής, Χριστὲ ὁ Θεός, γυναιξὶ Μυροφόροις φθεγξάμενος, Χαίρετε, καὶ τοὶς σοὶς Ἀποστόλοις εἰρήνην δωρούμενος ὁ τοὶς πεσοῦσι παρέχων ἀνάστασιν.

I kiè en tafo katiltès atànate, allà tu adhu kathilès tin dhìnamin, kiè anèstis os nikitìs Kristè o Theòs, yinexì Mirofòris fthexàmenos, chièrete, kiè tis si Apòstolis irìnin dhorùmenos o tìs pesùsi parèchon anàstasin.

Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.
Megalinario

Ὁ Ἄγγελος ἐβόα τὴ κεχαριτωμένη, Ἁγνὴ Παρθένε, χαῖρε, καὶ πάλιν ἐρῶ, χαῖρε, ὁ σὸς Υἱὸς ἀνέστη τριήμερος ἐκ τάφου. Φωτίζου, φωτίζου, ἡ νέα Ἱερουσαλήμ, ἡ γὰρ δόξα Κυρίου ἐπὶ σὲ ἀνέτειλε, Χόρευε νύν, καὶ ἀγάλλου Σιών, σὺ δὲ ἁγνή, τέρπου Θεοτόκε, ἐν τῇ ἐγέρσει τοῦ τόκου σου.

O Anghelòs evòa tì kiekaritomèni, Aghnì parthène chère, kiè pàlin ero, chère, o sòs Yiòs anèsti triìmeros ek tàfu. Fotìzu, fotìzu, i nèa Ierusalìm, i gàr dhòxa Kirìu epi sè anetilè, Chòreve nin, kiè agòllu Siòn, si de aghnì, tèrpu Theotòkie, en ti eghèrsi tu tòku su.

L'angelo gridò alla piena di grazie: Salve, o casta Vergine! ed io nuovamente esclamo: salve! Il Figlio tuo il terzo giorno risuscitò dalla tomba. Illuminati, illuminati di luce, o nuova Gerusalemme, che su di te è sorta la gloria del Signore. Rallegrati ora e gioisci o Sionne; e tu, o santa Madre di Dio, esulta per la risurrezione del Figlio tuo.




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