Krsna Slava

Una delle caratteristiche più importanti per quanto concerne il rito della Chiesa Orientale è la venerazione delle icone, o "teologia in colori" come viene definita da alcuni studiosi.

Krsna slava

Nel XII secolo fu istituita ufficialmente da San Sava, massimo dottore e santo della Chiesa serba, la Slava, usanza propria unicamente della Chiesa serbo-ortodossa, conosciuta alle altre confessioni e tuttora celebrata annualmente. San Sava, figlio dell'allora sovrano Stevan Nemanja, è celebrato ancora oggi come il più grande santo della Serbia.

In una posizione importante della casa, davanti ad una candela sempre accesa, viene collocata l'icona del santo patrono. Vicino, spesso accanto ad altre icone, viene allestito un ambiente dedicato alla devozione e al ricevimento del sacerdote.

La Slava si ripete ogni anno con la celebrazione di una particolare Messa- la Messa – Slava, appunto – durante la quale viene fatta passare di mano in mano una torta caratteristica che, tagliata e baciata, è distribuita a tutti i componenti della famiglia. In questa maniera la famiglia ringrazia il santo protettore per tutti i beni ricevuti durante l'anno trascorso e spera che egli continui a proteggerla dal male.

Nel giorno della Slava il sacerdote asperge le abitazioni con l'acqua santa e benedice le spighe, in segno di venerazione e memoria dei defunti. Alla fine della funzione il sacerdote taglia la torta e, innalzandola verso l'icona, recita: "Questo io ti offro, O Signore, a onore e gloria del Santo. Con le Sue preghiere, o Signore, accetta questa offerta fra i tuoi doni celesti."

Pertanto, come la croce è un segno di appartenenza al Cristianesimo, così l'icona è un segno caratteristico dell'Ortodossia. Nelle chiese e nelle famiglie ortodosse si possono trovare infatti più icone che croci. I fedeli spesso portano al collo o in tasca una piccola icona, come una croce. Si tratta per lo più di riproduzioni di icona più cara della casa, generalmente appartenuta per lungo tempo alla stessa famiglia e passata da una generazione all'altra in eredità o ricevuta quale dono propiziante e di benedizione da parte dei genitori.

A volte il fedele sceglie personalmente la sua icona. Si tratta allora dell'effigie del santo che il credente sente più vicino durante la preghiera – a seconda della sua esperienza diretta o della sua tradizione familiare – ed al quale si affida.Infine alcuni monaci portano con sé un dittico o trittico, composto da più icone, che si può aprire e richiudere, così da offrire la possibilità al fedele, nel momento del raccoglimento, di trasferirsi col pensiero in chiesa, davanti all'iconostasi, davanti all'altare.

Tutti gli oggetti cui abbiamo fatto riferimento possono essere descritti col termine "icona" e rappresentano l'unico oggetto liturgico che accompagna dovunque il fedele ortodosso, dandogli la sicurezza e la fiducia di riuscire a compiere le imprese che prima pensava impossibili o aiutandolo a superare momenti difficili e delicati che lo rendono vulnerabile e indeciso.

Che cos'è la Krsna Slava?

In realtà la Slava serba è assieme una festa di compleanno di onomastico della famiglia nello spirito del nostro Signore Gesù Cristo e nello Spirito della nostra santa Fede cristiana ortodossa. Per questa ragione, il termine “Krsno Ime” è ancora più appropriato al suo significato La Slava è la festa del nome del Santo Patrono. Per il popolo Serbo, la Slava è antica quanto il cristianesimo stesso. Nessuna nazione cristiana ha questo tipo di celebrazione, tranne gli ortodossi serbi. Nella sua importanza per una famiglia serba, la Slava viene subito dopo la Pasqua e la Natività. I missionari cristiani ortodossi che convertirono i serbi alla santa Fede ortodossa cristianizzarono anche le loro consuetudini. Divenendo cristiani ortodossi, i serbi accettarono il santo oi santi del giorno in cui venivano battezzati. L'esempio vivente del Santo Patrono dava a chi lo celebrava sicurezza, persistenza, senso di protezione, sostegno e incoraggiamento al bene nella propria vita. Per renderlo spiritualmente ancor più vincolante, la santa Chiesa ortodossa, che è essa stessa la Comunione dei Santi e il corpo in cui Cristo dimora attraverso i Santi Patroni, rende la famiglia parte di tale comunione in un modo più diretto e tangibile.

Per quanto riguarda la cultura serba, la Slava è un elemento unico e ininterrotto attraverso tutta la storia del popolo serbo ortodosso. Poiché i serbi si trovano in una regione geografica tra l'Oriente e l'Occidente, tra culture a loro aliene (islam e cattolicesimo romano), e sono stati sottoposti per secoli alla schiavitù, la Slava è divenuta per i serbi una festa spirituale identificata con il proprio nome e la propria esistenza. Nella storia del popolo ortodosso e serbo, la Slava ha arginato con successo il proselitismo cattolico romano, le persecuzioni dall'Occidente, e la schiavitù religiosa e la brutalità dell'islam per secoli.

L'osservanza della Slava è compiuta anche da organizzazioni culturali e sociali, città, e perfino da unità militari. Insieme ai parenti, si riuniscono in quel giorno amici e conoscenti; la casa è aperta a TUTTI quelli che arrivano. Le emozioni di quanti celebrano si caricano delle motivazioni più nobili. Essi sono pronti e desiderosi di accogliere e offrire il meglio in termini di amicizia, cibo e bevande, e tutto si prepara in spirito di preghiera. Il padrone di casa per quel giorno non si siede. Il suo dovere è di dare il benvenuto e servire: “Da sluzi Krsno Ime”. Ci sono molte belle forme di “zdravica” (brindisi) che in questo giorno si pronunciano e si ascoltano, con il padrone di casa e gli invitati che invocano le benedizioni di Dio e dei Santi ortodossi e si scambiano i migliori auguri a vicenda, è un giorno di grande esultanza spirituale.

Family Slava Bread Receipt

Slava cake
Ingredients
  • 8 cups flour
  • 1 tsp. salt
  • 3/4 cup sugar
  • 1/4 lb. butter (1 stick)
  • 3 egg yolks
  • 2 cups milk (lukewarm)
  • 1 packet of yeast
  • 1 tbs. Lemon zest (to taste)
STEP 1  "Prepare the Yeast Into a measuring cup or small bowl, mix the yeast with a teaspoon of sugar and about a half cup of the "lukewarm" milk. Set aside. This activates the yeast.

STEP 2 "Mix eggs and milk" Into a medium mixing bowl, beat the 3 egg yolks and then add the rest of the lukewarm milk. Mix well. Set aside.

STEP 3 "Mix dry ingredients with butter" Into a large mixing bowl, add the sugar and salt to 8 cups of sifted flour. Add about a tablespoon of lemon zest and equal amount of lemon juice. ( More or less to taste.) Add the butter, mix with your hands (as for a pie crust) until the butter is well mixed with the flour and has a real fine texture.

STEP 4 "Make the dough" Combine the beaten "egg & milk - mixture" and the "activated yeast" to the flour mixture. Beat the dough until it comes clean from the bowl.

STEP 5 "Knead and Rise" (Twice) Form the dough into a ball and place into a large clean bowl and cover with a damp cloth. Set aside and let rise for about 2 hours. The dough will more than double in size. Once the dough rises, remove from the rising bowl and place on a lightly floured counter top or kneading board. Knead the dough. (For about five minutes or so.) Again form the dough into a ball and place in the bowl, covered with a damp cloth. Set aside and let it rise. This time, it takes about 1 hour.

STEP 6 "Make the Braid & Cross" ( While the dough rises for the second time, lets make the braid and cross. ) Into a medium mixing bowl, add 3/4 cups water to 2 cups flour and a pinch of salt. Mix well into a workable dough, until smooth. Make a braid and cross. (or a braided cross or other decretive items for the top of your "Slava" bread) When dough has raised the second time, place it on a large greased baking sheet. (Using baking "parchment paper" is optional. Attach the cross and braid on the bread by ether a dab of water or egg. (An egg wash on the top of the bread is optional.)

STEP 7 "Bake" In a preheated oven. Bake at 350 degrees for about 1 hour and 10 minutes.

Variation: In addition to or in place of  the Lemon zest and juice used in Step 3, you can substitute or add a teaspoon of Vanilla extract.
Nella casa si trovano una candela, lo “slavski kolach” (pane) e il “koljivo” (frumento) sul tavolo, e l'icona del Santo Patrono sul muro orientale di una delle case, con una lampada votiva (“kandilo”): questo è l'altare di famiglia. Viene accesa la candela della Slava (“sveca”), che brucia in onore e memoria del Santo Patrono: la candela non viene mai spenta con un soffio, ma si estingue la fiamma con un poco di vino. Lo stesso bicchiere di vino viene quindi fatto passare tra i familiari, e ognuno ne prende un sorso, simbolizzando così la continuità della Slava. Il “kolach” (pane) simbolizza Cristo e la sua presenza (il Pane della Vita), mentre il “koljivo” (frumento) viene servito in onore dei membri deceduti della famiglia, che sono stati menzionati durante il rito del taglio dello “slavski kolach”. Così la generazione presente si collega a quella precedente ea quelle che verranno. Il profumo dell'incenso riempie la casa, portando ai nostri sensi la sensazione di questa occasione unica e festiva Tutti i presenti diventano uno, e la personalità di ciascuno dei presenti, corpo, anima e spirito, vi partecipa in pieno.

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Questa ricorrenza religiosa chiamata “Slava” si celebra solo nell'ambito della chiesa ortodossa serba e non trova, infatti, alcun riscontro negli altri Paesi di fede cristiano-ortodossa.
Il santo che veglierà, per sempre, su ogni singola famiglia viene tramandato da generazione in generazione e si celebra secondo il calendario ecclesiastico.

Il rito della “Slava” ha le sue radici storiche nel paganesimo quando ogni famiglia eleggeva il proprio dio affinchè vegliasse su di essa. Tale costume era così radicato che sopravvisse anche con l'avvento del cristinesimo. Le persone non potendo rinunciare a tale pratica hanno adottato i santi come protettori.

La “Slava” ha, inoltre, da sempre il ruolo di rafforzare le relazioni sociali interfamiliari e l'identità religiosa e nazionale dei serbi.

La “Slava” serba più diffusa è quella celebrata in onore di San Nicola (19 dicembre).

Ogni categoria professionale o mestiere ha la sua Slava. Per le scuole questa ricorrenza si festeggia il 27 gennaio, nel giono di San Sava. Non ci sono lezioni e gli studenti prendono parte a diverse manifestazioni insieme agli insegnanti.

Zhito/Koljivo Receipt

Slava cake
Ingredients
  • 1 pound wheat grain
  • 1 pound sugar
  • 1 pound walnuts, ground
  • 1 tablespoon vanilla
  • 2 tablespoons rum
  • ½ cup water
  • almonds (optional)

Set aside 2 rounded tablespoons each of the sugar and ground walnuts and set them aside for the topping.

Cook wheat in clear water over medium heat for about 2 hours. Change water several times during cooking, by draining and replacing with cold water.

When wheat is cooked, drain completely and spread on a clean cloth to dry. Grind wheat in a meat grinder.

Mix wheat, sugar, walnuts and flavoring.

Add water until mixture is moist.

Place this mixture on a serving dish. Form into a rounded shape. Combine the reserved sugar and walnuts and spread over the top. Almonds may also be used for garnish.

Anche il mondo del lavoro, inteso come organizzazione del rapporto tra datore e lavoratore, risente della escusiva tradizione della “Slava”. Infatti, in Serbia e Montenegro, il candidato ad un impiego o lavoro, deve dichiarare, all'atto dell'assunzione in servizio, la data sotto la quale intende celebrare la tradizionale Slava, avendo diritto, per tale evento, ad un giorno libero.

Le modalità di celebrazione della ricorrenza richiedono la presenza di quattro elementi fondamentali: il pane chiamato “ slavski kolac ”, il grano cotto, il vino rosso e una candela. Il pane viene preparato in casa la sera prima della festa, così come il grano che viene poi tritato ed unito a noci e zucchero. Il giorno della celebrazione il capofamiglia si reca in chiesa per la benedizione degli ingredienti preparati. La candela dovrà rimanere accesa per tutta la giornata.

La festa potrà avere inizio soltanto quando tutti i componenti della famiglia saranno presenti. Si brinda insieme in onore del santo, rivolgendo al protettore accorate preghiere onde ricevere salute e benessere per tutti i devoti della famiglia ed i loro ospiti. Spesso, infatti, vengono coinvolti nei festeggiamenti anche amici che, estranei al nucleo familiare, aderiscono, onorati dell'invito. Essere accolti in famiglia, per una ricorrenza così sentita ed intima, è motivo di profonda considerazione. Rifiutare, proprio per la particolare intimità familiare ed il valore che i serbi conferiscono al rituale, appare veramente impossibile. Forse un giorno capiterà anche a me….

L'importanza sociale di questa tradizione è stata riconosciuta anche dall'UNESCO che, nel 2014, ha inserito la “Slava” nell'elenco speciale dei “Patrimoni orali ed immateriali dell'umanità”. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura si è, infatti, posta da tempo l'interrogativo di come salvaguardare i capolavori immateriali come le tradizioni che si tramandano oralmente nel corso delle generazioni, al fine di evitarne la scomparsa.

L'aver compreso la “Slava” nel privilegiato elenco dell'UNESCO viene giustamente ritenuto un atto di grande sensibilità verso la cultura serba e del suo intangibile patrimonio. Con tale gesto si è anche assicurato il mantenimento di questa storica tradizione preservandola dalla possibile “usura” della memoria di cui è spesso vittima l'agognato progresso.

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La Slava
Un'esperienza da provare per chi visita la Serbia rurale ed è ospite di amici o parenti, è senza dubbio la Slava (cirillico: Слава ), la ricorrenza religiosa più sentita dai serbi. Prenderne parte è un onore, trattandosi della glorificazione del Santo Protettore di famiglia…

I serbi, popolo ospitale
L'ospitalità, per i serbi, è innata, fa parte del proprio essere. È una regola non scritta ma da tutti osservata con piacere e naturalezza. L'ospite, a qualunque ora del giorno si presenti, è trattato con rispetto e profonda amicizia. Il padrone o la padrona di casa lo accolgono con calore, offrendogli da bere e da mangiare. Succhi di frutta (sok, cirillico: сок ), distillati e grappe (rakije, cirillico: ракије ), caffè turco (turska kafa, cirillico: турска кафа ) e dolci (kolači, cirillico: колаци ) restano a disposizione per tutto il tempo dell'incontro.
La prima volta che ci si reca a casa di qualcuno, viene offerto lo slatko (cirillico: слатко , letteralmente “dolce”), una conserva di frutta servita dentro una raffinata coppa di vetro, da gustare prendendone un po' con il cucchiaino e facendo seguire a questo qualche sorso d'acqua liscia (negazirana voda) o gasata (kisela voda). Il vassoio in acciaio sul quale sono serviti lo slatko, i cucchiaini per la degustazione ei bicchieri già riempiti d'acqua, è un'immagine domestica tipicamente serba, un convenevole sentito che non conosce mode né generazioni.
La Chiesa Serba Ortodossa
La storia della Serbia, da sempre crocevia di popoli e culture di origini occidentali e orientali, ha consegnato al presente un paese variegato anche dal punto di vista religioso. Più di due terzi degli abitanti sono cristiani ortodossi , seguiti da cattolici e musulmani (concentrati per lo più nel sud-ovest del paese e nella provincia di Kosovo e Metohija). Altre piccole comunità religiose sono presenti soprattutto in Vojvodina.
La Chiesa Serba Ortodossa, fondata da San Sava nel 1219, è una delle chiese autocefale più antiche della ortodossia cristiana, dopo Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e Mosca. Al vertice vi è il Patriarca, Irinej di Serbia, Arcivescovo di Peć e Metropolita di Belgrado e Karlovac, seguito dagli Eparchi, ossia dai Vescovi a capo delle rispettive Diocesi.
La Chiesa Serba celebra le sue festività secondo le date del Calendario Giuliano , risalente al 46 aC, di 14 giorni in ritardo rispetto a quello Gregoriano (usato dalla Chiesa Cattolica). I serbi festeggiano infatti il Natale il 7 gennaio.
Che cos'è la Slava
La Slava , o glorificazione del Santo Protettore di Famiglia è, insieme al Natale e alla Pasqua, la ricorrenza di natura religiosa e spirituale più sentita dai serbi. Espressione autentica della Fede Cristiana Ortodossa, da secoli distingue il popolo serbo dalle altre popolazioni balcaniche, affondando le proprie radici nella notte dei tempi.
Attraverso la celebrazione del Santo Protettore di Famiglia e delle opere di carità da questi compiute in vita, la famiglia rende grazie al Signore per la salute, la pace, la protezione e per tutte le “buone cose” che ogni giorno riserva ai suoi fedeli. Preghiere sono inoltre rivolte ai propri defunti. Il Santo magnificato attraverso la Slava, è quindi un tramite fra chi lo celebra e Dio. Aspetto, quest'ultimo di fondamentale importanza, poiché distingue la Slava da altre celebrazioni di carattere pagano e quindi volte al politeismo.
L'evento, della durata di uno, due o tre giorni, secondo le abitudini di famiglia, prevede momenti di preghiera e raccoglimento, ma anche di distensione, socializzazione e ottima cucina . Il menu, a seconda del giorno della settimana in cui ha luogo la ricorrenza, può essere “di grasso”, quindi a base di carne, oppure “di magro”, in questo caso a base di pesce e privo di burro, latte, uova e carne.
La Slava come espressione di fede
Le ricorrenze religiose più sentite dai fedeli ortodossi di Serbia, sono il Natale, la Pasqua e la Slava, (letteralmente “Krsno Ime” o “Ksna Slava”), ovvero la Festa del Santo Protettore di Famiglia , ricorrenza che per i serbi è antica quanto il Cristianesimo stesso e che li distingue, come popolo, da tutti gli altri di fede ortodossa. A conferma vi è il detto “ Gde je Slava, tu je srbin ” (cirillico: Где је Слава, ту је србин ) che significa appunto “Dove c'è la Slava, c'è un serbo”.
La scelta del giorno in cui viene celebrata la Slava, ovvero il Santo Protettore di Famiglia, risale ai tempi in cui i missionari cristiani convertirono i serbi alla Fede Ortodossa: accogliendo la conversione, questi ultimi accettavano di venerare il Santo (oi Santi) del giorno in cui ricevevano il sacramento del Battesimo. Da allora, il nome del Santo Protettore di Famiglia si tramanda nel tempo, di padre in figlio.
Le origini della Slava e della conversione al Cristianesimo dei serbi risalgono al VII secolo. In quel tempo, periodo di regno dell'imperatore bizantino Giustiniano I il Grande (527-565 dC), i serbi, popolo pagano proveniente dal Nord Europa, si stanziarono nei Balcani. Qui resistettero e combatterono per il mantenimento del culto pagano contro Croati e Bulgari che già secoli prima avevano sposato gli insegnamenti di Cristo. Missionari cristiani tuttavia giunsero presso le tribù serbe da Salonicco, Costantinopoli e dalle città costiere dell'Adriatico, contribuendo alla loro conversione. Battesimi di massa si ebbero già nel VII secolo, ma il “passaggio” definitivo si ebbe sotto Mutimur, principe dei Serbi, e Basilio il Macedone, imperatore di Bisanzio.
Un forte impulso alla cristianizzazione dei serbi fu dato dai fratelli e monaci greci Cirillo e Metodio chiamati da Rastislav, Principe della Grande Moravia, per evangelizzare l'area Pannonica (l'attuale Vojvodina) e la Moravia. La data in cui i Serbi furono definitivamente cristiani si fa generalmente coincidere con l'870 dC Nel 878 dC Belgrado aveva il suo primo Vescovo, Sergio. Nello stesso anno, la città fu menzionata per la prima volta, con il suo nome slavo, in una lettera scritta dal papa Giovanni VIII al re di Bulgaria Boris I.
Momenti e rituali della Slava
La commemorazione del Santo Protettore (o dei Santi Protettori) di Famiglia, si compone di momenti , gesti , simboli , fragranze e sapori . Insieme ai parenti della famiglia che festeggia, si riuniscono amici e conoscenti, anche in ore diverse della giornata. La casa e la mensa sono aperte a chiunque arrivi e intenda partecipare al momento di preghiera. La presenza di ogni ospite viene percepita dal celebrante come segno di amicizia, affetto e stima.
La padrona e il padrone di casa, salutati con l'augurio di “Felice Slava” (Srećna Slava, cirillico: Срећна Слава ), fanno in modo che tutti si sentano a loro agio, offrendo il massimo della ospitalità e mettendo in tavola piatti appetitosi preparati con cura.
La massima importanza è riservata all' altare di famiglia . La candela della Slava (Slavska sveća, cirillico: Славска свећа ) simboleggia la Luce Eterna: la sua fiamma, dopo il tramonto, viene spenta dal padrone di casa con delle gocce di vino e mai attraverso un soffio. Il rituale è accompagnato dal segno della croce. Lo stesso capo famiglia, in segno di rispetto, resta in piedi per tutto il tempo in cui la candela è accesa.
Il pane della Slava (Slavski kolač, cirillico: Славски Колач ) rappresenta Cristo e la Vita. Viene fatto in casa con acqua benedetta, il giorno prima della festa, secondo una ricetta che si tramanda di generazione in generazione. Presenta decorazioni varie ma tutti sono soliti apporre una croce e le “Quattro S” (apparentemente “Quattro C” poiché espresse secondo l'alfabeto serbo cirillico), simbolo della Serbia e raffigurante il detto “ Samo Sloga Srbina Spasava ” (cirillico: Само Слога Србина Спасава ) che significa “Solo l'Unità Salva i Serbi”. Né può mancare il sigillo decorativo contenente le lettere IC-XC e NI-KA che esprimono “Gesù Cristo Vincitore”, applicato di solito in cinque punti del Kolač.
Nel giorno del Santo, al mattino presto, ci si reca in chiesa per far sì che il prete benedica il pane versandoci sopra del vino, un rituale che si ammanta di particolare misticismo soprattutto nelle piccole chiese di campagna.
Il grano della Slava (žito o koljivo, cirillico: жито o кољиво ) è cotto, macinato e misto a noci, cannella, noce moscata e zucchero. Servito in un piatto o modellato in piccole sfere, quindi offerto su un vassoio, ricorda la Resurrezione di Cristo ei membri della famiglia ormai defunti.
L' icona del Santo Protettore di Famiglia assume un ruolo fondamentale nel preparare l'altare di famiglia: viene di solito posta sotto la candela e rivolta verso est. Il vino rosso simboleggia infine il Sangue di Cristo versato in redenzione dei nostri peccati, mentre l'incenso, acceso quando si spezza il pane dividendolo fra i commensali, dà profumo a tutta la casa e dona solennità al rituale.
All'arrivo di ogni ospite, in segno di benvenuto, il padrone e la padrona di casa offrono lo žito e il vino. L'ospite, se è seduto, si alza in piedi, fa il segno di croce, degusta il grano, beve il vino e augura Felice Slava.
Quanto appena descritto rappresentava un tempo l'intero svolgimento della Slava. Oggi, alla divisione del pane e ai simboli spirituali, si fa seguire un pranzo (o una cena) secondo un menu “di grasso” o “di magro”, in funzione del giorno in cui cade il nome del Santo Protettore. Il menu “di magro” è previsto durante la Quaresima e nei giorni di mercoledì e venerdì.
• Il menu “di grasso” (Mrsna Slava, cirillico: Мрсна Слава ) comprende la čorba (zuppa preparata con verdure e, secondo le varianti, manzo, vitello, pollo o agnello), la sarma (involtini di kupus, ossia di verza acida, con ripieno di riso, carne macinata e spezie), la kavurma (sformato di fegato, intestini di maiale e uova) e, come piatto principe di carne, il maiale (praseće) e l'agnello (jagnjeće) cotti allo spiedo a legna, il tutto accompagnato da contorni fra cui una julienne di verza, insalata verde, peperoni arrostiti con aglio, ajvar (la classica crema di peperoni balcanica) e kajmak (tipico formaggio locale spalmabile). Il pasto si conclude con una buona varietà di dolci mignòn e/o una abbondante torta.
• Il menu “di magro” (Posna Slava, cirillico: Посна Слава ), non ammettendo grassi e ingredienti a base di carne, prevede la riblja čorba (zuppa di pesce molto speziata, di solito a base di pesce gatto), la sarma di pesce (involtini di kupus, ossia di verza acida, con ripieno di riso, pesce macinato e spezie), il pasulj, zuppa di fagioli molto densa e cotti al forno con spezie, infine trance di pesce fritto (solitamente carpa e nasello). I dolci del menu di magro sono preparati senza usare latte e uova, risultando quindi più leggeri. A sostituire la torta è chiamata la baklava, dolce molto zuccherato di derivazione turca e realizzato con pasta filo, sciroppo di zucchero, noci oppure amarene. A inizio pasto e in entrambi i casi, come prassi serba vuole, agli ospiti viene offerta della grappa (rakija) o del caffè turco (srpska kafa).