La storia dell'icona della Madre di Dio, detta di Vladimir, è molto interessante.
Secondo la tradizione è stata dipinta dal primo pittore d'icone, che è anche autore di uno dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli, San Luca, quando la Madonna era ancora in vita. Secondo alcune fonti queste icone furono settanta, secondo altre, sette o addirittura solamente tre. Ma se anche davvero è esistita una tale icona, allora quella di Vladimir può esserne solo una copia, poiché è stata dipinta a Costantinopoli, alla corte degli imperatori Comneni, da uno dei migliori artisti bizantini verso l'inizio del XII secolo. Nello stesso XII secolo l'icona giunse nella Rus', infatti Luca, Patriarca di Costantinopoli, ne fece generoso dono a Jurij Dolgorukij, principe di Kiev, rimasto famoso nella storia come fondatore di Mosca. L'icona greca fu accolta a Kiev con tutti gli onori e collocata a Vishgorod, in una delle chiese, dove divenne oggetto di venerazione e si rese famosa per i numerosi miracoli.

Dopo qualche tempo il trono di Kiev passò al figlio di Jurij, principe Andrej, detto Bogoljubskij per la sua devozione e il suo amore per Dio. Il giovane principe decise di trasferire la capitale verso la Rus' centrale e cos=EC estendere i propri domini verso nord-est. Andrej Bogoljubskij pensava che la nuova capitale sarebbe stata Rostov. Per il lungo viaggio il principe prese con sé la sacra icona della Madre di Dio, che era stata inviata dai greci. Attraverso questa icona la Madonna gli indicò il luogo della nuova capitale, cioè Vladimir, antica città, così chiamata in onore dell'antenato del principe, Vladimir, colui che aveva battezzato la Rus'. Quando i carriaggi del principe si furono avvicinati a Vladimir, i cavalli all'improvviso si fermarono come piantati nel terreno e nessuna forza poteva smuoverli da lì. Allora il principe ordinò a tutti di pregare dinnanzi all'immagine della Purissima, e gli fu rivelata la volontà di Dio. Andrej accolse le richieste divine e scelse Vladimir come capitale. Colloc ò l'icona miracolosa nella cattedrale della Dormizione al posto d'onore. E là dove i carriaggi con l'icona si erano fermati per ordine del principe venne fondato un monastero dedicato alla Madonna ed egli stesso vi costruì la propria residenza. Da allora quel luogo porta il nome di Bogoljubovo.

Duecento anni rimase l'icona a Vladimir, da cui prese il nome. Spesso davanti alla miracolosa immagine i russi venivano a pregare, soprattutto durante le invasioni delle orde tatare. Una cronaca narra che durante una scorreria i tatari fecero irruzione nella cattedrale della Dormizione e strapparono via le cornici d'oro e d'argento dalle icone. Anche l'antica icona della Madonna di Vladimir dovette subire questo affronto. ...Correva l'anno 1395. Per la Rus' correvano voci che l'Orda stava riunendo nuove schiere per marciare su Mosca. Questa volta alla testa dei tatari stava il khan Temir Aksak, il famoso Tamerlano, famigerato per la ferocia e la perfidia, chiamato anche Timur. Contro di lui si mosse con le truppe il principe di Mosca Vasilij Dmitrievic, che prese posizione vicino a Kolomna, sulla riva del fiume Oka. La Rus' si trovava allora in uno stato di continue lotte intestine ed erano pochi i principi che sostenevano i moscoviti: per questo il principe Vasilij riponeva le proprie speranze più in Dio che negli uomini. Il Metropolita Kiprian, che era a quell'epoca a capo della Chiesa russa, ricordò al principe l'esistenza dell'antica icona miracolosa che si conservava a Vladimir attraverso la quale più di una volta era giunto l'aiuto dall'alto. Ed allora venne deciso che la sascra immagine fosse portata a Mosca. Nel giorno della Dormizione della Santissima Madre di Dio, festa cui era dedicata la cattedrale di Vladimir, il Metropolita celebrò un Te Deum di ringraziamento e gli abitanti di Vladimir con le lacrime agli occhi accompagnarono l'immagine miracolosa che stava prendendo la strada di Mosca. Dieci giorni impiegò il convoglio per raggiungere infine i confini di Mosca. Qui alle porte Sretenskie (dell'Incontro) avvenne il solenne incontro degli abitanti di Mosca con l'icona. Per la precisione le porte vennero chiamate Sretenskie proprio dopo questo memorabile fatto. Anche un monastero venne qui fondato in memoria dell'Incontro dell'icona di Vladimir. In seguito anche la via venne chiamata Sretenka. L'icona venne portata solennemente al Cremlino, nella cattedrale della Dormizione. Giorno e notte venivano ufficiati Te Deum davanti all'immagine della Purissima, chiedendo l'intercessione della Madre di Dio e la grazia del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. E presto avvenne il miracolo: Tamerlano, già pronto a lanciarsi con le proprie schiere contro quelle dei moscoviti, vide in sonno la Vergine Splendente, attorniata dalle forze celesti, che gli ordinava di ritirarsi dalla Rus'. E Tamerlano allora comprese che non doveva conquistare questa terra e si ritirò dai confini russi senza colpo ferire. Mosca era in tripudio. Ora nella cattedrale della Dormizione per molti giorni di fila furono cantati solo Te Deum di ringraziamento, mentre all'icona di Vladimir ci si inchinava dieci volte. Si placarono le paure che tormentavano le anime, tacquero anche i canti solenni e tutto tornò nel corso consueto.

Allora a Mosca cominciarono a giungere da Vladimir dei delegati per chiedere la restituzione della loro antica immagine sacra. Ma il principe non voleva restituire l'icona, cui i moscoviti si erano tanto affezionati ed inoltre il principe stesso vedeva in essa la testimonianza di una particolare protezione della Madonna su Mosca. L'ingegnoso Kiprian, metropolita di Mosca, trovò la via d'uscita: egli propose di rimettere la questione nelle mani stesse della Purissima ed alla Provvidenza divina, una notte l'icona sarebbe stata nella cattedrale chiusa, mentre gli abitanti di Mosca e quelli di Vladimir avrebbero pregato tutta la notte per un segno dall'alto. E così fecero. Quando la mattina dopo le due fazioni si avvicinarono all'altare, sul legg ìo stavano due icone, l'antica e la sua copia identica "per misure e somiglianza". Kiprian propose agli abitanti di Vladimir di prendere una delle due a loro scelta. Quelli presero, almeno loro sembrò, quella antica, mentre lasciarono quella nuova ai moscoviti. Invece questi ultimi erano convinti che quella nuova fosse toccata agli abitanti di Vladimir, mentre l'antica sacra immagine era rimasta entro le mura del Cremlino. Molti secoli dopo, già ai nostri tempi, gli studiosi ed i restauratori scoprirono l'esistenza di due copie risalenti a quel periodo della Madonna di Vladimir, ed entrambe erano chiamate "di riserva". Tra l'altro una di esse è opera del famoso pittore di icone russo Andrej Rubl=EBv. Come fossero davvero andate le cose con la scelta degli abitanti di Vladimir, ovviamente, lo poteva sapere solo lo stesso metropolita Kiprian, ma egli era della scuola degli esicasti che avevano fatto il voto del silenzio, amico e discepolo del Patriarca Filofej, conoscitore e ammiratore di Gregorio Palamas. Per questo Kiprian sapeva sia tacere, sia agire.




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