
Le notizie su santa Giulia non sono storicamente attendibili, in quanto provvenienti da una Passio del VII secolo nella quale si narra del suo martirio e intrecciate a racconti tradizionali e altri leggendari.1 probabilmente Giulia era una ragazza cristiana cartaginese, di famiglia nobile, vissuta nel V secolo. La Passio racconta che fu fatta schiava da un commerciante pagano, tale Eusebio, che la condusse in Siria. Giulia, per le sue doti di dolcezza e sottomissione, conquisto Eusebio che la portava con se nei suoi viaggi e proprio durante uno di questi, fecero naufragio al largo della Corsica. Approdati sulle coste corse, tutto l'equipaggio sacrificò agli dei, per ringraziamento, con l'esclusione della giovine, perché cristiana. La cosa venne all'orecchio del governatore Felice, che probabilmente invaghitosi della bella schiava, tentò prima di acquistarla da Eusebio e quindi approfittando una sera dell'ubriachezza dello stesso gliela sotrasse con l'inganno. Felice offrì a Giulia la libertà in cambio di un sacrificio agli dei, ma al rifiuto della ragazza ricorse alla violenza facendola percuotere e flagellare. Quindi ordinò che le fossero strappati i capelli e infine la fece inchiodare ad una croce e gettare in mare. Alcuni monaci dell'isola di Gorgona furono avvertiti in sogno dell'accaduto e recuperarono al largo dell'isola la croce con il corpo della martire e un cartiglio, scritto da mani angeliche, con il nome e la storia del martirio. Il corpo fu deposto in un sepolcro dell'isola.
Verso il 763 la moglie del re longobardo Desiderio, Ansa, fece traslare le reliquie della santa nella chiesa del monastero benedettino di Brescia, da loro fondato, dedicata a san Salvatore e consacrata nell'occasione da Papa Paolo I. Le reliquie giunserò via mare all'odierna Livorno, dove sostarono, e quindi via terra fino alla città lombarda. Sul finire del XVI secolo accanto alla chiesa di San Salvatore venne costruita una chiesa dedicata a santa Giulia (oggi sede del Museo dell'Età Cristiana), per cui le reliquie della santa furono sistemate sotto l'altar maggiore della nuova cheisa (17/12/1600). Ma le reliquie furono più volte traslate in altre chiese bresciane tra cui San Pietro in Oliveto, del SS. Corpo di Cristo, ormai annessa al seminario recentemente nel 1957 nel nuovo seminario di Brescia, intitolato a Maria Immacolata.
Anche se altre fonti, tra cui il Martirologio Geronimiano indicano in Corsica il luogo del suo martirio: "In Corsica insula passio Sanctae Juliae", la narrazione discorda completamente con gli usi del tempo e del luogo. In realtà Giulia fu probabilmente martire durante una delle persecuzione del III-IV secolo e che le sue reliquie furono portate in Corsica da cristiani che fuggirono dall'Africa all'arrivo dei Vandali (439-440). Se questa ipotesi fosse vera, potrebbe trattarsi della stessa santa Giulia, le cui reliquie sono venerate in Cartagine, insieme a quelle di san Fiorenzo. Santa Giulia è patrona della Corsica e di Livorno ed è invocata nelle patologie delle mani e dei piedi. In particolare in Corsica il suo culto è molto sentito a Nonza, dove la tradizione indica il luogo del martirio e dove sarebbero avvenuti particolari prodigi nel nome della santa.
Tornare
