Vladimir I di Kiev, detto il santo, è noto come Volodymyr in ucraino, Valdimar in normanno e Volodymer in ruteno antico, è anche conosciuto in Ucraina e Russia come San Vladimir o Vladimir il Grande, (958 – 15 luglio 1015), fu Gran Principe di Kiev.

Fu figlio illegittimo di Svjatoslav I che lo concepì con la propria serva Maluša, descritta nelle saghe scandinave come una profetessa vissuta cento anni, che fino alla sua morte abitò una caverna nei pressi di Kiev, dalla quale veniva trasportata a palazzo quando i sovrani avevano bisogno delle sue profezie. Il fratello di Maluša, Dobrynja, fu il tutore di Vladimir e, in seguito, il suo più fido consigliere.

Versioni agiografiche di dubbia autenticità connettono la sua educazione infantile alla figura della nonna Ol'ga, che durante le campagne militari di Svjatoslav I reggeva il potere a Kiev. Di stirpe variaga, governò la Rus' di Kiev dal 980 al 1015; nel 988 si convertì al cristianesimo invertendo così la posizione del padre Svjatoslav che aveva difeso le tradizioni pagane (probabilmente un sincretismo di elementi norreni e slavi).

Quando, nel 969, Svjatoslav trasferì il suo quartier generale a Perejaslavec, assegnò a Vladimir il governo di Novgorod ma dette al suo primogenito Jaropolk il controllo di Kiev, che era la capitale del principato. Dopo la morte di Svjatoslav (972) scoppiò la guerra, nel 976 tra Jaropolk ed il fratello minore Oleg, che aveva ottenuto dal padre il governo di Dareva. Nel 977 Vladimir dovette rifugiarsi in Scandinavia insieme con i suoi parenti e Novgorod cadde nelle mani di Jaropolk. Tornato in Russia l'anno seguente, dopo aver radunato un vasto esercito, Vladimir, nel 979 riconquistò Novgorod. Uccise poi il principe Variago Ragnvald di Polock e costrinse la figlia, Ragnhild, promessa sposa di Jaropolk, a sposarlo.

Jaropolk fuggì quando Vladimir pose l'assedio a Kiev e venne poi ucciso 980 dopo essersi arreso. Con la sua morte Vladimir pose fine alla guerra e tornò a governare su tutti i domini del padre.

Sebbene nella Rus' vi fossero molti cristiani, la cui conversione risaliva al periodo di governo di Ol'ga, Vladimir rimase, inizialmente, pagano, prendendo numerose mogli ed erigendo statue ed altari a divinità come Perun e Veles. Vladimir proseguì nella politica di espansione del Rus', combattendo in Galizia nel 981, contro gli jatvingi sulle coste del Mar Baltico nel 983, contro i Bulgari nel 985 e contro l'Impero Bizantino, in Crimea, nel 987.

Nel 988 ottenne dall'imperatore Basilio II (976-1025) la mano della sorella Anna ma dovette accettare la conversione al Cristianesimo di rito bizantino. Tornato in patria, abbandonò le altre mogli, fece abbattere tutte le statue e gli idoli pagani ed erigere numerose chiese. In seguito inviò ambasciatori a Roma e presso gli altri stati cristiani dell'Europa e contribuì alla fondazione del monastero del Monte Athos.

Per amministrare al meglio i suoi possedimenti formò un grande concilio formato dai rappresentanti dei boiardi della Rus. Dopo la morte di Anna si sposò nuovamente con la nipote di Ottone I.

Morì a Berestovo, nei pressi di Kiev. Il suo corpo, diviso in varie parti, fu distribuito alle chiese e ai monasteri che aveva fondato, nelle quali ancora prima della sua canonizzazione, fu venerato come santo. Prendono oggi il suo nome una delle più grandi cattedrali e l'università di Kiev. A livello onorifico è stato istituito in Russia l'ordine di San Vladimir.




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