Nella tradizione orientale questa festa celebra il battesimo di nostro Signore nel Giordano, non l’adorazione dei Magi. La struttura generale dei servizi è la stessa del Natale, con una vigilia speciale e la lettura delle Ore Regali il 5 gennaio, che prevede uno stretto digiuno. La Teofania è contraddistinta, tuttavia, da una cerimonia speciale, non celebrata a Natale: la Grande Benedizione delle Acque. Ciò avviene due volte, il 5 gennaio dopo la Liturgia, e il 6 gennaio alla fine del Mattutino o (più usualmente) dopo la Liturgia. La prima benedizione è compiuta in chiesa; la seconda, se possibile, all’aria aperta sulle rive di un fiume, di una sorgente o del mare. Nei paesi dove l’inverno è estremamente rigido, dei buchi vengono aperti nel ghiaccio dei fiumi gelati. (…)

Il momento culminante di questa cerimonia di benedizione avviene quando il celebrante immerge o tuffa tre volte la Croce nell’acqua, ricordando quindi l’immersione del Cristo nel Giordano, così come la triplice immersione che ogni Cristiano ortodosso compie alla propria iniziazione battesimale. Affinché l’espressione “Grande Benedizione delle Acque” non sia fraintesa, va immediatamente sottolineato che la benedizione è effettuata non dal prete officiante o dal popolo che sta pregando con lui, ma da Cristo Stesso, che è il vero celebrante, in questo come in tutti i misteri della Chiesa. È Cristo che ha benedetto le acque una volta per tutte nel Suo battesimo nel Giordano; la cerimonia liturgica della benedizione è semplicemente un’estensione dell’atto originale di Cristo. Questo è un punto di primaria importanza, sul quale occorre dire ancora qualcosa.

Il significato base della festa come un tutto è riassunto nel suo titolo: “Epifania”, ovvero “manifestazione”, o più specificamente “Teofania”, “manifestazione di Dio”. Il battesimo di Cristo nel Giordano è “una manifestazione di Dio” al mondo, in primo luogo perché rappresenta l’inizio del ministero pubblico di nostro Signore; ma secondariamente, e in un senso più profondo, poiché a questo battesimo fu assicurata la rivelazione al mondo della Santa Trinità. Tutte e tre le Persone furono rese “manifeste” insieme; il Padre rese testimonianza dall’alto della divina figliolanza di Gesù; il Figlio ricevette la testimonianza di Suo Padre; e lo Spirito fu visto in forma di colomba, discendente dal Padre e restante sul Figlio. Questa triplice apparizione è il soggetto del tropario della festa: “Quando Tu, o Signore, fosti battezzato nel Giordano, l’adorazione della Trinità fu resa manifesta. La voce infatti del Genitore Ti rendeva testimonianza chiamandoti Figlio diletto e il Santo Spirito, sotto forma di colomba, conformava la parola infallibile. O Cristo Dio che Ti sei manifestato a noi ed hai illuminato il mondo, gloria a Te!”. Questo tema della manifestazione o rivelazione è espresso in particolare sotto il simbolismo della luce: nelle parole del tropario appena citato, Cristo “è apparso ed ha illuminato il mondo”. Oltre al titolo Teofania, quella del 6 gennaio è conosciuta come la “Festa delle Luci” (in greco Eortì ton Fòton). La Chiesa celebra in questo giorno l’illuminazione del mondo per mezzo della luce di Cristo; “Luce dalla Luce, Cristo nostro Dio ha illuminato il mondo, Dio si è fatto manifesto”; “Tu che hai portato la luce a tutte le cose con la Tua Epifania”; “Sebbene giaceste nel buio, ora gioite, poiché una grande luce vi è apparsa”.

Manifestazione, illuminazione – a questi due concetti ne va abbinato un terzo mento, quello di rigenerazione, ricreazione. Il battesimo di Cristo nel Giordano rinnova la nostra natura, poiché è il preludio al nostro battesimo alla fonte; e rinnova e rigenera, non soltanto la nostra natura umana, ma l’intera creazione materiale. Per capire questa idea di rinnovamento, è utile chiedersi ciò che ci si chiede ripetutamente nei testi della festa: perché Cristo fu battezzato? Noi siamo battezzati perché siamo peccatori: scendiamo sporchi nell’acqua, ed emergiamo mondati. Ma che necessità aveva il Cristo, che è senza peccato, del battesimo nel Giordano? A ciò i testi liturgici rispondono così: “Sebbene come Dio non necessitasse di purificazione, tuttavia per la salvezza dell’uomo caduto Egli è purificato nel Giordano”. Come uomo Egli è purificato ed anche io posso esserlo. “Per la salvezza dell’uomo peccatore”: ma in realtà non è Lui che è purificato nel Giordano ma noi stessi. Nell’assumere l’umanità su di Lui nella Sua Incarnazione, nostro Signore assunse un ruolo rappresentativo; Egli divenne il Nuovo Adamo, assumendo l’intera razza umana su Se Stesso, così come il primo Adamo assunse e rappresentò l’intera umanità in se stesso al momento della Caduta. Sulla croce, sebbene senza peccato, Gesù Cristo soffrì e morì per i peccati di tutta l’umanità; e nello stesso modo al Suo battesimo, sebbene senza peccato, Egli fu purificato per tutti i peccati degli uomini. Quando discese nel Giordano, come Nuovo Adamo egli prese con sé gli uomini peccatori: e là nelle acque Egli ci purificò, portando ognuno di noi fuori dal fiume come nuova creatura, rigenerata e riconciliata. Nel battesimo di Cristo per mano di Giovanni, la nostra rigenerazione battesimale è già raffigurata per anticipazione. Le molte celebrazioni dell’Eucaristia sono tutte partecipazioni al singolo ed unico Ultimo Banchetto; ed in simile modo tutti i nostri battesimi individuali sono una partecipazione al battesimo di Cristo, mezzo per i quali la “grazia del Giordano” è estesa ad ognuno di noi personalmente. Come indicazione dello stretto collegamento fra il battesimo di Cristo e il nostro battesimo, si può notare che la preghiera alla Grande Benedizione delle Acque a Teofania è quasi identica con la preghiera di benedizione da dirsi sul fonte nel sacramento del battesimo.

Ma la discesa di Cristo nel fiume ha anche un altro significato. Quando il Cristo discese nelle acque, non soltanto Egli ci portò con Sé e ci purificò, ma Egli purificò la natura delle acque stesse. Come sottolinea il tropario della conclusione della festa: “Cristo è apparso nel Giordano per santificare le acque”. La festa della Teofania ha quindi anche un aspetto cosmico. La caduta degli ordini angelici, e dopo la caduta dell’uomo, ha interessato tutto l’universo. Tutta la creazione di Dio fu con ciò distorta e sfigurata; per usare il simbolismo dei testi liturgici, le acque divennero una “tana di dragoni”. Cristo venne dunque sulla terra per redimere non solo l’uomo, ma – attraverso l’uomo – l’intera creazione materiale. Quando Egli entrò nelle acque, raffigurando per anticipazione la nostra rinascita nella fonte, effettuò la purificazione delle acque, la loro trasfigurazione in un organo di guarigione e di grazia; Se l’acqua rappresenta un mezzo di grazia soprattutto nel sacramento del battesimo, essa è anche usata come un mezzo di santificazione in molte altre occasioni.

Ecco perché gli Ortodossi sono incoraggiati a bere l’acqua che è stata benedetta a Teofania e ad aspergersi da soli con essa; essi la portano nelle loro case, e la conservano per usarla di volta in volta. In tutto questo essi non sono colpevoli di superstizione. Se essi fanno così, è perché credono che in virtù dell’Incarnazione di Cristo, del suo Battesimo e Trasfigurazione, tutte le cose materiali possono essere sante e “portatrici di spirito”. “Alla tua apparizione nel corpo, la terra fu santificata, le acque benedette, il cielo illuminato”. Questo, del resto, è parte del significato della Teofania: agli occhi di uno che è Cristiano, niente dovrebbe mai apparire triviale o insignificante, poiché la redentiva e trasformante grazia del Salvatore si estende a tutte le cose, anche se in apparenza umili. A Teofania c’è la stessa enfasi come a Natale circa la pienezza di Sé del Cristo, sul contrasto fra l’intima gloria che come Dio Egli mai cessò di possedere, e la sua totale umiltà come uomo. Dio in natura, nella Sua umiliazione. Egli non rifiutò il battesimo da Giovanni: “Come un servo Tu hai abbassato la Tua testa sotto le mani del servo”. “Uno della Triade ha chinato il suo capo ed ha ricevuto il battesimo”. Per enfatizzare ciò più vividamente, riferimenti costanti sono fatti alla perplessità e all’esitazione del Battista: “Il Precursore tremò e gridò dicendo: Come può il lampo illuminare la Luce? Come può il servitore porre le sue mani sul Maestro? O Salvatore, che hai tolto i peccati del mondo, santifica me e le acque”. Questo tema è specialmente sviluppato nel giorno seguente la festa, Sinassi di san Giovanni il Battista.

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La festa del 6 gennaio, in cui si commemora il battesimo di Gesù Cristo nel Giordano, nella Chiesa bizantina, viene liturgicamente chiamata Teo-fania (manifestazione di Dio), ma anche il termine Epi-fania (manifestazione dall'alto) vi trova riscontro e uso. Il Synaxàrion indica: "Il 6 di questo mese di gennaio celebriamo le Sante Teofanie del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo". Viene usato il plurale ‘le Sante Teofanie' (ta Hàghia Theophàneia) le Manifestazioni di Dio. Dio in realtà si è manifestato nella incarnazione e nascita secondo la carne del Verbo, e si è rivelato come Trinità, Dio Uno e Trino: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, che commemoriamo in questo giorno, ci ricorda che lì "si è manifestata" la Santa Trinità che noi "veneriamo".
L'Apolytìkion del giorno contiene gli elementi essenziali della festa della Teofania. L'inno canta:


"Al tuo battesimo nel Giordano, si è manifestata l'adorazione della Trinità; la voce del Padre ti rendeva infatti testimonianza, chiamandoti ‘Figlio diletto', e lo Spirito in forma di colomba confermava la sicura verità di questa parola, O Cristo Dio che ti sei manifestato, e hai illuminato il mondo, Gloria a te".


L'inno riprende ed elabora gli elementi che ci riporta il Vangelo di Matteo che si proclama quel giorno. Gesù "andò al Giordano per farsi battezzare" da Giovanni che cercava di rifiutarsi dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me"? Ma Gesù insistette. E appena battezzato, uscendo dall'acqua "si aprirono i cieli, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui". Nello stesso tempo una voce dal cielo disse: "Questi è il mio figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto" (Mt 3,16-17).

L'inno riassume e interpreta:

Al tuo battesimo nel Giordano, si è manifestata (ephanerōthē) la Trinità che veneriamo,
Si sentì la voce del Padre che ti indicava come Figlio diletto,
Si vide lo Spirito Santo sotto forma di colomba,
Questi confermava la sicura verità della Parola sentita.


L'inno termina con la preghiera dossologica:

Cristo Dio che ti sei manifestato (epiphaneìs)
Che hai illuminato il mondo (tòn kòsmon phōtìsas):
Sia Gloria a Te.

L'Epifania del Cristo, la sua manifestazione dall'alto, è illuminazione del mondo. La festa dell'Epifania-Teofania è detta anche Festa delle luci. Nell'Apolytìkion di Natale si dice coerentemente che dalla Vergine "è sorto il Sole di giustizia", Cristo Dio nostro, "che illumina coloro che erano nelle tenebre". Il giorno della Teofania, battesimo di Gesù, è una delle grandi dodici feste dell'anno liturgico bizantino. E' uno dei giorni indicati per il battesimo dei credenti come allude l'inno che si canta al posto del Trisaghion: "Quanti siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti".

In questo giorno ha luogo la Grande Benedizione (Mègas Aghiasmnòs) delle acque, una akolouthèia analoga alla benedizione dell'acqua per il battesimo di ciascun fedele. Nell'acqua benedetta si immerge la Croce, segno del battesimo di Cristo, paradigma del battesimo di ogni cristiano. Questa celebrazione ha luogo al termine del vespro in chiesa, mentre il giorno stesso della festa, il 6 gennaio, si ripete nella fontana del villaggio, o in un fiume vicino, o, dove si trova, nel mare, a imitazione del battesimo di Gesù avvenuto nel Giordano. Con l'acqua del Grande Aghiasmòs, in questo giorno e nei giorni seguenti, si benedicono le case delle singole famiglie, estendendo la benedizione di Dio all'intera comunità credente e all'ambiente in cui vive. Si conferma, con l'acqua benedetta nel giorno della Teofania, l'annuncio della fede nella Trinità all'intera comunità, richiamando la venerazione che ad Essa deve il credente.



APOLITIKION

Ἐν Ἰορδάνῃ βαπτιζομένου σου Κύριε, ἡ τῆς Τριάδος ἐφανερώθη προσκύνησις· τοῦ γὰρ Γεννήτορος ἡ φωνὴ προσεμαρτύρει σοι, ἀγαπητὸν σε Υἱὸν ὀνομάζουσα· καὶ τὸ Πνεῦμα ἐν εἴδει περιστερᾶς, ἐβεβαίου τοῦ λόγου τὸ ἀσφαλές. Ὁ ἐπιφανεὶς Χριστὲ ὁ Θεός, καὶ τὸν κόσμον φωτίσας δόξα σοι.

En Iordhàni vaptizomènu su, Kìrie, * i tis Triàdhos efaneròthi proskìnisis; * tu gar Ghennìtoros i fonì prosemartìri si, * agapitòn se liòn onomàzusa; * ke to Pnèvma en ìdhi peristeràs * evevèu tu lògu to asfalès. * O epifanìs, Christè o Theòs, * ke ton kòsmon fotìsas, dhòxa si.

Mentre tu eri battezzato nel fiume Giordano, o Signore, si rendeva manifesta l’adorazione della Trinità; infatti la voce del Genitore ti rendeva testimonianza, chiamandoti Figlio diletto, e lo Spirito Santo sotto forma di colomba, confermava la parola infallibile. O Cristo Dio, che ti sei manifestato a noi ed hai illuminato il mondo, gloria a Te.



KONDAKION

Ἐπεφάνης σήμερον τῇ οἰκουμένῃ, καὶ τὸ φῶς σου Κύριε, ἐσημειώθη ἐφ᾽ ἡμᾶς, ἐν ἐπιγνώσει ὑμνοῦντας σε. Ἦλθες ἐφάνης τὸ Φῶς τὸ ἀπρόσιτον.

Epefànis sìmeron * ti ikumèni, * ke to fòs su, Kìrie, * esimiòthi ef’imàs * en epighnòsi imnùndàs se: ìlthes, efànis, * to Fòs to apròsiton.

Oggi sei apparso al mondo e la tua luce, o Signore, si è manifestata su di noi, che, rischiarati, ti inneggiamo: Sei venuto, ti sei manifestato, o luce inaccessibile.






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